mercoledì 6 aprile 2011

L’Aquila onora le vittime del sisma, la Del Fallo contro le istituzioni


La vice responsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti: “A due anni dal terremoto la situazione è ancora molto grave, tra speculazioni e ritardi”

Roma – Ieri notte a L’Aquila si è svolta la fiaccolata in memoria del terremoto del 6 aprile 2009, mentre la campana di piazza Duomo ha battuto trecentonove rintocchi, uno per ciascuna vittima. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, presente oggi a L’Aquila nella Basilica di Collemaggio, per partecipare alla messa di commemorazione per le vittime, ha promesso che “L’Aquila non sarà dimenticata”.
A distanza di due anni da quella terribile notte il capoluogo abruzzese è ancora una città piena di macerie, silenziosa, blindata, transennata. Essa rischia di spegnersi nell’oblio a causa delle tante promesse dimenticate.
Per un’effettiva ricostruzione, come ha spiegato anche Napolitano, è necessario il massimo sforzo di chi ha la responsabilità di amministrare, di governare, di risolvere i problemi, di rappresentare le istanze dei cittadini.
Lo stesso sindaco de L’Aquila, Massimo Cialente, è tornato a chiedere più attenzione per la città, in quanto la situazione è tutt’altro che risolta.

Barbara Del Fallo, vice responsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti, ha così dichiarato sulla questione: “A due anni dal terremoto la situazione è ancora molto grave, in quanto la ricostruzione è agli antipodi e la città è in fase di regressione. Nel famoso processo case è stato fatto poco, mentre c’è stata molta speculazione sugli incentivi per far ripartire l’economia della città.
Tante famiglie non sono ancora tornate a L’Aquila poiché non hanno più né casa né lavoro, e quelle che sono tornate vivono in alloggi provvisori e si ritrovano in una città ferma, senza potere economico.
Il centro storico continua ad essere morto e la vita si svolge, ormai, nella periferia invece che nel centro della città come una volta”.
La vice responsabile continua: “La responsabilità di tutto ciò è sia delle istituzioni centrali che di quelle locali.
Per quanto riguarda le prime, esse hanno speculato sulla tragedia per fini elettorali e poi se ne sono dimenticate, oggi tornano in città solo per la commemorazione.
E’ giusto commemorare le vittime ma, anche se il terremoto è una calamità naturale che non può essere prevista, ci sono lo stesso delle responsabilità soggettive: è assurdo che siano crollate le case e che siano morte tutte quelle persone. Qualcuno deve pagare, ma non l’ha ancora fatto.
L’Italia intera, non solo l’Abruzzo, deve mettersi in moto ed agire con regolamentazioni più strette e severe per evitare, per esempio, le infiltrazioni mafiose.
Per quel che concerne le istituzioni locali, invece, c’è un preoccupante ritardo sia da parte del sindaco Massimo Cialente sia di altri responsabili. Dopo due anni non c’è ancora un tavolo di concertazione concreta che permetta di pianificare interventi riguardo ad una città così importante”.

“A causa dello scandalo per la Sanità - incalza ancora la Del Fallo - l’Abruzzo è una regione che continua a regredire. Mi auspico una pronta presa di coscienza in modo da arrivare ad un forte e continuo attivismo che riesca a scuotere chi ci governa. Così non si può andare avanti. Sono inoltre – aggiunge – delusa dalla stampa sì nazionale, ma soprattutto locale. Nessuno si preoccupa di far conoscere la vera situazione dell’Aquila: c’è una sorta di atteggiamento omertoso da parte dei giornalisti locali e si continua a fare solo stampa filo-governativa”
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In conclusione la vice responsabile abruzzese, per il movimento presieduto da Antonello De Pierro, afferma: “Sono stati stanziati troppi soldi subito e la speculazione edilizia li ha fatti sparire tutti, ma nessuno si informa o si preoccupa di capire cosa sia successo. Non si sono ascoltate nemmeno quali fossero le vere esigenze della gente e tutte le risoluzioni sono state fittizie. Hanno, infine, delegato tutto alla Protezione Civile, a coloro che chiamano volontari ma che sono pagati, mentre nessun altro è stato autorizzato nella gestione della ricostruzione, della sicurezza e così via. E’ stato fatto tutto in fretta, ma poi non se n’è saputo più nulla”.

martedì 11 gennaio 2011

Borghezio contro l’Abruzzo, per la Del Fallo veri “pesi morti” in Parlamento


La viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Invito il rappresentante del Carroccio a rimboccarsi le maniche affinché le infiltrazioni mafiose non provochino altre situazioni sciagurate”

“Nonostante siamo ormai abituati alle esternazioni un po’ audaci dell’onorevole Borghezio, se così si può ancora definire, credo che questa volta abbia superato ogni limite di decenza. Dire che la regione Abruzzo sia un peso è qualcosa di aberrante e indecoroso”. Questo il severo commento di Barbara Del Fallo, viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti, dopo le parole pronunciate dall’europarlamentare della Lega Nord, Mario Borghezio, che ieri ha inveito contro la regione intera, accusandola di essere “un peso morto per noi come tutto il Sud”, esortando gli abruzzesi a “uno scatto di dignità” invece di abbandonarsi a “lamentele e sceneggiate” in attesa di “aiuti dall’alto”. Prevedibili e sdegnate le reazioni del presidente della Regione, Gianni Chiodi, del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, e delle opposizioni nazionali di PD e IdV che chiedono al Governo di prendere le distanze e domandare scusa ai terremotati e alla memoria delle vittime.

“Vorrei ricordare a Borghezio, che forse ha la memoria un po’ corta, quale immane disastro si sia abbattuto sull’Abruzzo nel 2009 – aggiunge la Del Fallo inasprendo la sua reprimenda –. Il terremoto è stato una catastrofe naturale, per stessa ammissione degli esponenti di Governo, anche se in verità, oltre all’intervento di Madre Natura, non va dimenticato il grave effetto negativo prodotto da forti responsabilità soggettive delle istituzioni, in particolare di quegli organi che hanno sottovalutato i rischi connessi alla precarietà di molti edifici poi crollati”.

La referente locale del movimento fondato da Antonello De Pierro, poi, rincara la dose, chiamando direttamente in causa le politiche governative e le pericolose collusioni con le mafie, spesso corree di tante tragedie italiane: “Piuttosto che puntare il dito senza senso, invito il rappresentante del Carroccio a rimboccarsi le maniche affinché le infiltrazioni delle organizzazioni criminali, che come è certificato esistono anche al Nord, non provochino, grazie al nulla osta di personaggi politici che hanno tanto da dire ma poco da fare, altre situazioni estreme e sciagurate come quelle abruzzesi”.

La Del Fallo, infine, affonda la sua ultima stoccata contro l’attuale maggioranza di centrodestra: “Inviterei l’eurodeputato Borghezio a guardarsi bene intorno, perché i veri pesi morti di questo Paese in realtà giacciono sugli scranni parlamentari più importanti e vengono portati in spalla, economicamente e non solo, da tutti i cittadini italiani, abruzzesi inclusi”.

venerdì 10 dicembre 2010

Rinviata a L’Aquila l’udienza preliminare sulla Commissione Grandi Rischi, critico D’Alessandro




Il responsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti: “Ennesima mancanza di rispetto nei confronti degli aquilani”

L’Aquila, 10 dicembre 2010 - “L’ennesima grave mancanza di rispetto nei confronti non solo degli aquilani, ma anche degli abruzzesi e di tutti gli italiani”. Così Emiliano D’Alessandro, responsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti, ha commentato l’odierno rinvio, per difetto di notifica ad uno degli indagati, dell’udienza preliminare che ha ad oggetto l’inchiesta sulla riunione della Commissione Grande Rischi, avvenuta nel 2009 all’Aquila solo cinque giorni prima della notte in cui si è registrata la scossa di 5.8 gradi della scala Richter che ha provocato trecentootto morti e circa sessantacinquemila sfollati.

“Questa è la conferma – ha aggiunto il responsabile abruzzese IdD – di come vengano gestiti alcuni fatti importanti nel nostro Pese e di come, poi, in un certo senso i colpevoli riescano sempre, o quasi, a farla franca. Certo qui non ci sono solo ruberie, alle quali ormai purtroppo ci si sta abituando, ma oltre trecento persone morte, perciò, anche se negli ultimi anni sembra si sia perso perfino il rispetto per le vittime di tragedie come questa, mi auguro che ci sia una maggiore attenzione da parte di chi ricopre incarichi di responsabilità ai vertici amministrativi. Me lo auguro soprattutto per i parenti delle vittime per le quali la verità rischia di diventare una chimera irraggiungibile.”

“Non posso, anche alla luce di questo rinvio, - ha concluso D’Alessandro - non inviare l’ennesimo messaggio di solidarietà a tutte quelle persone che non hanno più un fratello, un padre, un amico ma anche a chi ha perso la casa. Purtroppo alcuni messaggi mediatici, come il mito del Grande Fratello e delle veline, rischiano di far perdere di vista le cose importante, ma noi dell’Italia dei Diritti continueremo con il nostro movimento a denunciare queste brutture tutte italiane e ad impegnarci fattivamente sul territorio, a differenza di coloro che hanno usato L’Aquila come terreno propagandistico”.

mercoledì 10 novembre 2010

Berlusconi all’Aquila senza gli Aquilani, parla Barbara Del Fallo


La viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti: “Una passerella elettorale”

L’Aquila – Il ritorno all’ Aquila dopo nove mesi di Silvio Berlusconi suscita polemiche e interrogativi. Intervenuto alla premiazione di forze dell’ordine e associazioni per il loro impegno nel dopo - terremoto, il Presidente del Consiglio non ha incontrato i cittadini evitando anche un confronto con i sindaci dei luoghi colpiti dal sisma , sindaco dell’ Aquila Cialente in testa, che chiedono ancora cosa ne sarà di loro.
“La situazione politica nazionale ha suggerito a Silvio Berlusconi di ritorno dal Veneto, una deviazione elettorale all’Aquila – ha dichiarato Barbara Del Fallo, viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti –, la ricostruzione del capoluogo abruzzese e dei paesi limitrofi è ancora a livelli embrionali e i cittadini protestano ogni giorno senza che politici nazionali e organi di stampa diano loro ascolto. Il fatto che il Presidente del Consiglio non abbia voluto incontrare i politici locali evidenzia la povertà o forse l’inesistenza di risposte da poter o voler dare ”.

Concludendo, l’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro ribadisce: “Nonostante una situazione insostenibile a livello sociale ed economico il capo del governo tace sull’emergenza ancora in atto in Abruzzo ed esorta i cittadini italiani al pagamento delle tasse, ma farlo all’Aquila, dove i cittadini sono ancora spaesati e molti senza casa né lavoro risulta alquanto triste e disonesto”.

venerdì 5 novembre 2010

Imprese post-terremoto aquilano colluse con ‘ndrangheta, l’ira della Del Fallo


La viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti: “È la storia italiana che si ripete. L’omertà ha nascosto problemi nell’edilizia già precedenti alla catastrofe”

La Procura distrettuale antimafia del capoluogo abruzzese ha interrotto l’attività di tre ditte edilizie impegnate nella ricostruzione post-terremoto, presumibilmente collegate alla ‘ndrangheta. “Le infiltrazioni mafiose erano prevedibili – ha dichiarato Barbara Del Fallo, viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti –, in quanto era chiaro che l’accaduto avrebbe attirato l’interesse dell’edilizia nazionale, ma non è un problema di oggi. La stessa catastrofe è senza dubbio imputabile a responsabilità soggettive e all’omertà dilagante negli uffici preposti, poiché alcuni edifici non sarebbero nemmeno dovuti crollare”.

Delle aziende implicate, due sarebbero settentrionali e una del Sud, quella che al momento risulterebbe maggiormente coinvolta. Osserva la Del Fallo: “Saviano docet: le infiltrazioni mafiose nel ‘settore del mattone’ ci sono sempre state. Le macerie aquilane sono il risultato di un lavoro che nasce nelle mani delle organizzazioni di stampo criminale. L’accaduto è l’effetto di una situazione degradante che gli stessi media hanno sempre taciuto”.

Concludendo, l’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro ribadisce: “La storia italiana ci insegna che la speculazione edilizia e la corruzione sono caratteristiche del nostro Paese e tutti avrebbero dovuto essere più vigili e denunciare precedentemente queste gravi vicende per evitare ciò che poi si è verificato. Ora si parla del post-terremoto, ma la realtà è che quello a cui stiamo assistendo oggi non è altro che la reiterazione di una cattiva abitudine italiana”.

venerdì 15 ottobre 2010

Mancanza di fondi per il Conservatorio dell’Aquila, la preoccupazione della Del Fallo


La viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti:“ Gravoso lasciar fuori dai corsi moltissimi studenti che avrebbero voluto iscriversi al conservatorio, lacerando quel diritto all’istruzione punto fondamentale della cultura italiana"

L’Aquila - “Non ci meravigliamo che manchino i fondi all’istruzione, le cronache recenti ci hanno informato infatti di come il ministro Gelmini, dopo essersi battuta per far approvare nelle aule parlamentari il nuovo piano scuola, abbia poi scoperto che i soldi statali erano insufficienti per l’attuazione dei suoi programmi. Si denota la continua ‘occupazione’ del parlamento da parte di nostri governati in maniera del tutto inutile e improduttiva perché io ritengo che qualsiasi politico il quale rivesta un ruolo di primaria importanza all’interno della direzione nazionale dovrebbe essere quantomeno a conoscenza, prima di fare una proposta, di quali fondi abbia a disposizione. La vicenda del Conservatorio dell’Aquila rientra perfettamente in questa logica personalistica e non di certo altruista. Il taglio a tutti gli istituti scolastici e alle scuole abruzzesi è palese e denota oltretutto una scarsissima professionalità da parte di chi pianifica il settore istruzione nel nostro bel paese e soprattutto una carenza di interesse per l’istruzione dei nostri giovani.”

Interviene duramente, dopo una sentita analisi, Barbara Del Fallo, viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti, in merito alla situazione in cui versa il Conservatorio dell’Aquila.
Il direttore della rinomata scuola di musica Bruno Carioti ha denunciato, attraverso una lettera destinata al ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini la difficoltà a soddisfare le richieste d’ammissione ai corsi, raddoppiate rispetto al 2009, a causa dei numerosi tagli ai finanziamenti e per la mancanza di investimenti.
Nel messaggio di Carioti emergeva anche l’amarezza per l’impossibilità di attuare il primo corso di formazione, unico in Italia inserito nel contesto di un conservatorio, in Musicoterapia. Un impedimento concreto alla rinascita culturale del capoluogo abruzzese.

“Nel caso specifico dell’Aquila – prosegue l’esponente regionale del movimento presieduto da Antonello De Pierro - l’istituzione del corso di musicoterapia, come ribadito giustamente dal direttore della struttura, avrebbe potuto coadiuvare la ripresa psicologica di molti ragazzi scioccati dalla tragedia del terremoto. Ancor più gravoso e scioccante è lasciare fuori dai corsi moltissimi studenti che avrebbero voluto iscriversi al conservatorio lacerando quel diritto all’istruzione punto fondamentale della cultura italiana da sempre. Io mi auguro – chiosa la Del Fallo - personalmente ma anche come rappresentante del movimento che questo governo la smetta di perdere tempo occupando le aule parlamentari in discussioni inutili e controproducenti e si metta finalmente al lavoro per garantire quantomeno l’assolvimento dei propri doveri e quindi dei diritti fondamentali dei cittadini”.

Albergatori abruzzesi sospendono assistenza agli sfollati per mancate spettanze, la reazione di Soldà


Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Il Governo dovrebbe andar oltre i semplici spot e le facili rassicurazioni onorando i debiti contratti”

L’Aquila - L’esasperazione dei gestori alberghieri dell’aquilano, non ancora pagati dallo Stato, è culminata con la minaccia di interrompere i servizi offerti agli sfollati. L’annuncio è arrivato dal vicepresidente della Confcommercio – Federalberghi Mara Quaianni, portavoce del disagio di chi si è attivato da subito dopo il sisma e attende ancora le proprie spettanze.

“Questa – interviene Roberto Soldà vicepresidente dell’Italia dei Diritti – è una problematica che si era già sollevata mesi orsono, nonostante le tante rassicurazioni in merito, sull’arrivo dei fondi al commissario per la ricostruzione Chiodi. Nei fatti, chi rischia attualmente di pagarne le conseguenze sono gli albergatori che mancano di quanto dovuto e naturalmente, della minaccia legittima degli esercenti, ne fanno le spese i fruitori dei servizi, da oggi anche a rischio precarietà, ossia gli sfollati del terremoto che ancora non hanno una casa e chissà per quanto dovranno rimanere nelle strutture alberghiere”.

A scongiurare il concretizzarsi della reazione dei gestori è stato il Commissario delegato per la Ricostruzione e Governatore dell’Abruzzo Gianni Chiodi, il quale ha confermato di aver firmato i mandati di pagamento nei confronti dei proprietari delle strutture.

“Il Governo dovrebbe andar oltre i semplici spot e le facili rassicurazioni, – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – onorando i debiti contratti e facendo fronte alle necessità sia degli sfollati, sia di chi alloggia negli alberghi dell’Abruzzo, i titolari dei quali si sono da subito resi disponibili per dare una mano ai loro concittadini sulle cui spalle però gravano purtroppo le morosità di mesi e mesi. Gli stessi albergatori vivono di stipendio, anche loro sono in difficoltà economiche e hanno spese da sostenere, oltre che ingiusto è uno schiaffo in faccia a quanto accaduto. Allo stesso modo – chiosa Soldà – in cui ci allarmò la protesta a Roma dei terremotati aquilani venuti a smentire le false notizie che tutto andava bene e che tutto era ricostruito, gli accadimenti odierni preoccupano, perché ci fanno comprendere che la ricostruzione e la ripresa delle normali attività nelle zone terremotate è lungi da divenire realtà”.